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Come formiche sotto una lente d'ingrandimento

  • Immagine del redattore: L'Aculeo
    L'Aculeo
  • 21 set 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 10 ott 2021

“Quale che fosse il loro legame quei bambini lo avevano consolidato. E anche la cupola. Vivere sotto la cupola intensificava ogni cosa. Già le sembrava che fossero passati anni e non giorni da quando ne erano prigionieri. Il mondo esterno andava scomparendo come un sogno al risveglio.”


A Chester’s Mill, Maine, è una tranquilla giornata di autunno, quando improvvisamente scende una cupola dal cielo che isola tutti i residenti dal resto del mondo. E’ subito panico. A nessuno piace essere prigioniero, immaginate essere prigionieri senza sapere chi e perché ci fa questo. Non c’è logica solo paura, l’amica più cara del mio amato zio Stefano. I più coraggiosi sono coloro che cercano semplicemente una ragione di vita nelle abitudini quotidiane oppure chi decide di indagare a fondo per trovare una soluzione più che un colpevole, come il colonnello Barbara e l'adorabile piantagrane Julia Shumway.

Le differenti generazioni in questa guerra tra bene e male si ritrovano a collaborare e i piccoli sono ascoltati riguardo ai loro incubi e alle loro idee.

Ci sono poi i cattivi con la C maiuscola come Big Jim e Junior: padre e figlio, poliziotti corrotti marci fino al midollo, quei cattivi da brivido che agiscono per il semplice gusto di fare del male. Perché i cattivi sono al potere? Qualcuno ha riposto fiducia in loro per paura, per ignoranza, semplicemente per avere una guida nei momenti peggiori, qualcuno a cui scaricare tutte le responsabilità.


C’è tanto in questo romanzo: religione, scienza, legge, crimine ma il comune denominatore rimane l’umanità messa a nudo nella sua essenza più viscerale.

Mi piace pensare a questo romanzo come una grande allegoria e non so se è anche per questo motivo che mi ha catapultato al lockdown da COVID-19. Le sensazioni che ho provato sono state molto intense, ma non sono riuscita a saltare le pagine o a mettere il libro via, perché volevo sapere.

Ci siamo mai sentiti nella vita come formiche che bruciano sotto la lente di ingrandimento? E quante volte invece eravamo noi a farle bruciare?

E’ assurdo come King riesca ogni volta a portarmi indietro a ricordi sepolti dentro di me.


Per chiunque decida di leggere questo autore, vi auguro di avere il coraggio di affrontare le vostre paure e di godervi il viaggio.







Silvana

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