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ODE ALLA SCRITTURA

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Hello, writing, my old friend.

My golden friend, la mia amica dorata, la mia amica più preziosa.

Sei sempre stata la mia compagna di avventure e di sventure,

il rifugio più accogliente per tutte le cose che faticavo a dire a voce,

il terreno fertile in cui lasciar germogliare

sentimenti ed emozioni ancora allo stadio larvale

che poi riuscivano sempre a diventare fiori colorati,

mai banali e circondati da un’aura di tenerezza.

Negli ultimi anni, l’aridità crescente che sentivo dentro

ha desertificato le pareti del mio cuore

ed ho pensato non ci fosse più spazio per te, amica dorata,

perché come avresti potuto tu, portatrice di luce, di chiarezza, di lucidità

trovare casa in un luogo nel quale il vento della confusione soffiava così forte

da aver sradicato tutti quei meravigliosi  fiori che, durante gli anni ,tu mi avevi donato?

Come avresti potuto, tu, ritenere accogliente la mia casa coi muri scorticati,

con le tegole cadenti e i con frutti appena caduti dagli alberi già marciti?

Ho pensato tanto a te, oh sì che ci ho pensato!

Ogni tanto mi ricordavo di te, fedele alleata negli anni,

rimembravo lo scrivere febbrile dei tempi lontani

o quando mi immergevo la sera fra le onde nere del mio folto corsivo

in quel mare perlato dei fogli da lettera.

Quanto ci siamo volute bene, scrittura cara, noi due?

Te lo ricordi? Io non ho mai smesso.

Il tuo pensiero mi faceva male, mi sentivo indegna di te,

la sensazione di averti abbandonata ed esser  andata via, lontano,

non mi abbandonava mai, eppure, ero io a non saper ritrovare la strada di casa,

ero io che avevo le scarpe, ed anche il cuore, consumati

nel tentativo folle  di ritornare indietro,

sperando che così avrei ritrovato anche te.

Ma tu non eri lì , vero?

Tu sei riuscita a tenere il ritmo del mio orologio miocardico

molto meglio di me,

nascondendoti in quei battiti accelerati dalle mie paure

e veleggiando tranquilla entro i miei canali arteriosi,

seguendo, sempre con pazienza, le curve e gli spigoli

del mio corpo non più bambino, non più adolescente

ma sempre fanciullo nell’animo,

perché sapevi  che un giorno ti avrei ritrovata.

Non nei meandri dei ricordi consumati dal mio assurdo rimuginio,

ma nel qui ed ora.

​

Ed è dal Qui e dall’Ora che io voglio ripartire,

scrostando insieme le brulle facciate del mio cuore ,

con la delicatezza e la gioia

di chi sa di aver appena ritrovato un’Amica preziosa.

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​

Simona

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