Quanto pesa l'estate?
- L'Aculeo
- 4 ago 2022
- Tempo di lettura: 2 min
È risaputo che quando si sente parlare di bella stagione ci si riferisca all'estate. Quella combinazione di sole, mare, feste fino a tarda notte e vacanze, che può infastidire comunque molti, è la formula magica della bellezza di questo trimestre. Se tutto ciò è sicuramente vero, lo è anche il fatto che non per tutti/e estate significhi divertimento, gioia e relax e gli inviti in spiaggia o in piscina possono per qualcuno/a diventare davvero difficili da gestire e se, durante l'inverno, il vestirsi a strati o le tute larghe possono aiutarci a nascondere, persino a noi stessi/e, ciò che non ci piace, il costume da bagno fa da cassa di risonanza a tutte le critiche e i giudizi che, senza alcuno spazio per indulgenza alcuna, riversiamo su di noi.
Non importa quale sia il numero che vediamo sulla bilancia, sì, perché l'accettazione di noi stessi non tiene conto di quanto siamo snelle/i o di quanto siamo in carne, è un problema che ci riguarda trasversalmente.

Il primo giorno d'estate in cui indosso un costume da bagno è decisamente tragico per me. Guardo lo specchio e vedo tutto ciò che non vorrei vedere: odio i centimetri di troppo sulle cosce, detesto che le mie braccia non siano toniche come desidero, vorrei che il mio addome fosse più piatto e definito. E inizio così a innervosirmi e a desiderare di voler scomparire.
Lo scorso anno ho avuto una crisi di pianto perché sulla mia pelle troppo chiara potevo seguire chiaramente il percorso del verde delle mie vene. Tutto ciò è ovviamente esagerato per qualcuno/a, lo è anche per me razionalmente, cavoli. Ma lo è davvero? Quanto è realmente esagerato "sclerare male" per il proprio fisico scoperto, quando viviamo costantemente bombardati da corpi statutari, estremamente tonici e che sembrano non avere alcuna imperfezione, di là dal nostro cellulare? Quanto è onestamente esagerato, se la società non fa altro che indicarci chiaramente i modelli che dovremmo seguire?

E non fraintendetemi, non sono una persona che pensa che i social network siano il male né una che non sopporta di ammirare un bel corpo in salute su Instagram, anzi. Ma per quel corpo in salute, frutto di una buona alimentazione e tanta attività fisica, ce ne sono altri mille che sono il puro frutto di una posa perfetta tra altre cento pose non pubblicate oppure l'arduo lavoro di un ottimo Photoshop.
Non tutte/i abbiamo gli strumenti dentro di noi per coglierne la differenza, non la stessa emotività, non lo stesso tipo di fragilità e gli sguardi che afferriamo negli altri spesso possono essere macigni o coltelli infilati proprio dove fa più male. Non serve neppure svalutare il pensiero altrui o liquidarlo con un "ma stai benissimo, ti fai solo paranoie inutili" perché per quanto paranoie e per quanto inutili fanno male comunque e non significa che non siano reali. Dentro di noi lo sono ed anche tanto e per ogni persona che, alla fine, decide ugualmente di scoprirsi e portare il proprio corpo perfettamente imperfetto in spiaggia, ce ne sono tante altre che non ce la fanno perché, purtroppo, persino una stagione bella come l'estate non è per tutti/e.
E anche tutto questo, pesa.
Simona
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