CHE COSA VUOL DIRE ESSERE BELLI?
- L'Aculeo
- 23 nov 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Dell'immensità dei discorsi quotidiani cui prendiamo parte quasi tutto si perde con il tempo eppure accade talvolta che qualcosa che ci sembra insignificante rimanga poi tra i nostri ricordi per anni e metta radici.
Alcuni anni fa, una persona che ero solita frequentare in quel periodo della mia vita, guardando davanti a noi un ragazzino senza gambe e che aveva certamente subito numerosi interventi al volto che chiacchierava coi suoi amici, esordì dicendo:"Se io fossi in quelle condizioni, non uscirei di casa."

Rimasi di sasso perché, evidentemente, negli stessi minuti in cui nella mente di questa persona balenavano pensieri colmi di pena, sollievo per non essere nei panni di quel ragazzino, nella mia invece pensavo a quanto fossero fortunati lui e i suoi amici ad avere l'un gli altri nella propria vita e a quanta bellezza ci fosse invece nella resilienza e nel coraggio e in ogni singola cicatrice di quella giovane vita.
La bellezza... È sempre lì che si riduce tutto, soprattutto quando sei molto giovane e ti sembra che non corrispondere esteticamente a qualcosa,qualcosa che gli altri hanno deciso essere bello, è davvero drammatico.
Quando ero più piccola pensavo di esser nata direttamente con un pacchetto di complessi di inferiorità "inclusi nel prezzo" perché non appena sono diventata una bambina in grado di capire, ho compreso immediatamente che di certo non rientravo nei tipici canoni di bellezza e mi sentivo costantemente un pesce fuor d'acqua... In televisione passavano immagini di ragazze che sembravano perfette con bellissimi capelli scuri che scendevano in morbide onde oppure biondi e liscissimi, con nulla fuori posto e tutte le altre ragazzine e bambine che frequentavo a scuola sembravano sempre uguali fra loro e diverse da me, mai nessuno che avesse il viso pieno di lentiggini o i capelli come i miei, non ho mai sentito di somigliare a nessuno e quando gli altri te lo fanno notare di continuo ecco che tutto inizia a sembrarti un problema. Non mi è mai piaciuta veramente la mia immagine allo specchio, credo di aver passato anni a evitare di guardarmi approfonditamente e, probabilmente, questo è stato uno dei motivi che mi ha portato ad avvicinarmi alla lettura, sentire di poter avere dei nuovi amici seppur immaginari a cui sentirmi vicina, che potessero sentirsi esattamente come me, viaggiare in mondi immaginari migliori rispetto alla realtà... Sentirmi rappresentata.
La rappresentazione, di cui oggi si parla tanto, non è un qualcosa che riguarda solo il colore della pelle ma è qualcosa di molto più vicino a noi di quanto pensiamo perché chiunque in questo frammento di universo vuole sentirsi rappresentato. Chiunque sulla terra lotta per non sentirsi un emarginato, un outsider, per essere accettato e amato per come è e non per come dovrebbe essere.

Ho trascorso anni a rivolgere a me stessa le peggiori parole perché non somigliavo a qualcuna piuttosto che a qualcun'altra, perché avrei voluto che i miei capelli fossero diversi,che le mie gambe fossero più lunghe... E non è strano, in effetti, oggi guardare indietro e capire perché già a dodici anni avessi costantemente l'herpes e crisi di pianto che nessuno comprendeva anche in momenti apparentemente felici. Ero stressata già da così piccola e tutto perché pensavo di esser un brutto anatroccolo che non sarebbe mai diventato un cigno e so che lì fuori, oggi più che mai con l'avvento di social network che mostrano vite e corpi perfetti, ci sono moltissimi ragazzi e ragazze che pensano lo stesso quando la verità è che nasciamo tutti dei bellissimi cigni che possiedono in sé ogni requisito per essere amabili e accettabili, perché unici al mondo. Non esiste alcun altro cigno così, in nessun'altra parte del globo. Eppure sprechiamo anni giudicandoci e detestandoci, spesso, e facendoci del male e dando alla società, a quegli stupidi canoni di bellezza, enorme potere su di noi e sulla nostra psiche.
Ed è così ingiusto! Cosa accadrebbe se provassimo a essere più gentili con noi stessi, a usare verso di noi la stessa indulgenza e pazienza che abbiamo verso i nostri amici? E cosa succederebbe se, finalmente, iniziassimo davvero a capire che la vera bellezza non risiede in una taglia di un jeans, in un paio di occhi verdi, nell'assenza di brufoli sul nostro viso ma in ciò che abbiamo dentro, nei valori in cui crediamo e che mettiamo in pratica giornalmente, nella gentilezza d'animo esaltata già dal grande Dante, in un discorso stimolante che ci accende la mente, nelle risate che generiamo nei cuori dei nostri amici?
In quel bellissimo ragazzino che era davanti a me quella sera a ridere di gusto nel condividere la vita con i suoi compagni?!
Simona
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