Memorie di una Geisha
- L'Aculeo
- 16 nov 2021
- Tempo di lettura: 2 min
"Sayuri-san non diventiamo geishe per perseguire il nostro destino. Diventiamo geishe perché non abbiamo scelta."
A cavallo della seconda guerra mondiale, nel distretto di Gion arrivano due sorelline vendute dal padre e separate brutalmente. Una di loro è Chiyo, ha occhi azzurro intenso e troppa acqua nella sua personalità e come l'acqua riesce sempre a trovare un percorso alternativo. Diventerà una geisha.

Nelle seicento pagine di questo romanzo, prendiamo parte a uno spaccato di vita giapponese estremamente pregno di tristezza. La piccola Chyo deve sopravvivere alle grinfie della crudele Hatsumomo e delle padrone del'okja, per molto moltissimo tempo. Un giorno le cose cambiano, quando una geisha di nome Mameha la sceglie come sua apprendista dandole uno spiraglio di speranza. Ma i problemi anziché diminuire aumentano perché essere una geisha implica sopportare tanto, troppo. Diventa la più bella e raffinata di Gion e incontra tanti uomini e aspiranti danna, eppure nel suo cuore c'è spazio solo per un uomo che non ha mai dimenticato e di cui non fa che cercare le attenzioni. L'uomo in questione è il Direttore generale, un uomo d'affari di cui non si conosce assolutamente nulla sulla sua vita privata. Il suo socio Nobu-san le si affeziona tantissimo salvandole la vita in più occasioni, ciò nonostante viene ripudiato.

La lettura in inglese è stata intensa e al tempo stesso scorrevole come un fiume in piena. Non mi aspettavo una svolta a mo di romanzo rosa nella trama, in primo luogo perché è poco realistica in relazione ai tempi in cui è ambientata la storia e in secondo luogo non si tratta di un vero lieto fine.
Com'è possibile accontentarsi di un amore che amore non è? Sayuri non ritorna mai ad essere libera come individuo e come donna, ma appartiene ad un uomo come una qualunque altra geisha che non ha scelta. Per questo si tratta solo di una felicità apparente.

È difficile venire a patti con una mentalità maschilista come questa, e la crudezza di alcune dinamiche mi ricorda che esistono ancora oggi, purtroppo. Trama a parte, da un punto di vista culturale è molto dettagliato e i personaggi ben strutturati,a eccezione del Direttore generale che è quasi un fantasma. Avrei preferito per Sayuri l'affetto sincero di Nobu, un personaggio chiave ben riuscito come la cattivissima Hatsumomo.
Questa lettura mi ha coinvolto tantissimo e mi ha fatto tanto arrabbiare, ma la consiglio a chiunque ama immergersi in dinamiche difficili o semplicemente ama il Giappone.
Silvana
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