LA SINDROME DEL GRINCH
- L'Aculeo
- 12 dic 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 17 feb 2022
Ogni anno, all'avvicinarsi delle feste Natalizie, ci si trova di fronte a due categorie di persone: da una parte quelli che potrebbero benissimo fare da elfi a Babbo Natale, che iniziano a decorare casa sin da metà Novembre, gli inguaribili romantici ed amanti del Natale e dall'altra…i cosiddetti Grinch.
Chi non ne conosce uno?! Sono coloro che solo a sentire le parole Vigilia, parenti, allegria vorrebbero sotterrarsi nel proprio divano e uscirne il sette di Gennaio, che ad ogni accenno di canzone Natalizia puntano gli occhi al cielo sperando che qualcuno scenda a salvarli, insomma coloro che la prima categoria non possono reggerla nemmeno di striscio.
Se è vero che queste persone possono apparire scontrose, ingrate e antipatiche spesso ciò che c'è dietro questo atteggiamento ha molto poco a che vedere col Natale ma molto con lo spirito Natalizio. Come lo so?
Perché sono un Grinch da quando, abbandonata l'infanzia, ho fatto il gran salto verso l'adolescenza.

Così come il personaggio interpretato da Jim Carrey, nessuno nasce Grinch ma tutti noi da bambini amiamo il Natale e vorremmo che fosse festa ogni giorno ed anche io ero una bambina che sognava tutto l'anno il 24 Dicembre e si preparava per la grande serata in maniera meticolosa. Ogni anno, a casa di mia nonna, il pomeriggio della Vigilia trovavo le mie cuginette e con loro preparavamo una recita in pieno stile Natalizio, sempre diversa da quelle degli anni precedenti, per emozionare (spesso più intrattenere) i nostri parenti ed aspettare l'arrivo del vecchio barbuto coi regali. Quanto era bello il Natale allora! Chi di noi non vorrebbe tornarci?!

Ma poi, crescendo Babbo Natale ha smesso di esistere e con esso la magia che quelle giornate portavano con sé e, spesso, l'appropinquarsi dell'età adulta coincide anche con la fine dell'esistenza di tante illusioni e aspettative su quella che sarebbe stata la nostra vita nel mondo dei grandi.
Quando sono passata al complicatissimo mondo dei teenagers, ho messo il muso e l'ho tenuto su per anni, il Natale non mi piaceva più ma, ripensandoci, la verità è che mi sentivo tradita e abbandonata da tutte le dolcissime illusioni che avevo dovuto lasciar andare, dal treno per Hogwarts che avevo dovuto veder partire (seppur nel mio cuore mai definitivamente), dal mio corpicino che stava cambiando in un modo che non potevo controllare, e da quel Babbo Bianco che in realtà non c'era mai stato ma di cui sentivo la mancanza tanto quanto l'ingenuità e la gioia dell'organizzare le recite più belle e sorprendenti in meno di tre ore.
Ma ecco che poi, proprio quando avevi iniziato a starci comoda nelle vesti dell'adolescente scontrosa, la vita cambia ancora e ti ritrovi ad esser tu quella adulta ed è in quel momento che il Grinch dentro di te viene davvero fuori e reclama il suo posto alla tavola preparata a festa.
È il momento in cui le luci non bastano più, i regali non contano poi così tanto perché vorresti che quello che senti dentro si specchiasse con l'esterno, che lo spirito Natalizio che ti insegnano a ricercare sin da bambina si concretizzasse, che le tue ansie e angosce si mettessero in pausa per almeno due settimane mentre quelle, proprio durante quel periodo, si fanno più intense e richiedono maggiormente la tua attenzione mentre tu vorresti solo voltare la testa dall'altra parte e, per una volta, far parte di quell'altra categoria di persone, di quelli che hanno l'entusiasmo che scorre nelle vene, oltre che negli addobbi, e che si stanno già organizzando da un pezzo per il Capodanno, quando tu ti metti a letto e speri che tutto passi in fretta.
Ecco, il Grinch, che pure di due taglie aveva più piccolo il cuore, non ci era nato con quel cuore ipotrofico ma glielo avevano fatto diventare. Il mondo esterno, le delusioni d'amore, le aspettative tradite, i sogni infranti, le amicizie rotte improvvisamente, tutto ciò aveva contribuito a far sì che il Grinch si rifugiasse sul Monte Briciolaio insieme a un cane, colui che non lo avrebbe tradito mai, per dimenticarsi di quanto male facesse avere un cuore battente.
Ma, in fondo in fondo, tutti noi Grinch, ogni anno, aspettiamo che una piccola e dolce Cindy Lou venga ad aggiustarci il cuore, a risintonizzarlo sulle giuste frequenze, a sbriciolare e cancellare il disagio che sentiamo ad ogni Jingle bells.
Quindi, non considerateci scorbutici, antipatici, ingrati perché, alla fine, siamo solo adulti troppo sensibili che si sentono traditi dalla vita e che, cosa che forse fa ancora più male, credono di aver tradito quei piccoli bambini e bambine pieni di gioia e speranza che un tempo erano stati.
Proprio come Cindy Lou quando davanti allo specchio nella solitudine della notte canta:
"Com'era bello il mio natale
perché è andato via?
Io sto crescendo, io sto cambiando
ma il mio Natale cambia con me.
Mio buon Natale, te lo ricordi com'ero prima o no?
Quando tu eri tutto..
ora è diverso.
Il Natale per me non c'è...più."
Simona
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