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Gli specchi non mentono mai

  • Immagine del redattore: L'Aculeo
    L'Aculeo
  • 3 ago 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

L’enigma della camera 622, JÖEL DICKER


Immaginate trenta giorni di quarantena, chiusi in casa insieme ad ansia, angoscia, preoccupazione per i propri familiari, paura di non uscirne più e altri mille pensieri negativi. Cosa mi ha tenuto a galla? Poche cose, fra cui il voler risolvere il mistero della camera 622 e non solo.

Se amate la magica atmosfera che vi evoca un lussuoso hotel incastonato fra le Alpi Svizzere, “L’enigma della camera 622” potrebbe fare al caso vostro.

Sullo sfondo, infatti, c’è il Palace de Verbier in cui il giovane scrittore Jöel decide di trascorrere qualche giorno per sfuggire alle sue pene d’amore e dove fa l’incontro di un’altra ospite, Scarlett , insieme alla quale deciderà di mettere nero su bianco e ,quindi, risolvere un omicidio, rimasto insoluto, accaduto quindici anni prima in quello stesso albergo. Quella che sembrerebbe essere la trama di un giallo qualsiasi è, in realtà, solo la spiegazione più semplice per un libro che di semplice o di scontato non possiede nulla e che si pone ,anche, come un esperimento di “metascrittura” quasi, dentro il quale Dicker riesce a trovare anche uno spazio da dedicare al ricordo affettuoso e malinconico per il suo editore Bernard de Fallois, grande firma dell’editoria Francese, di cui riesce a mostrare chiaramente il carisma e quelle qualità che, probabilmente, solo gli uomini di un tempo avevano.

E all’interno delle mura dello splendido albergo Svizzero, e nell’ambito di una scrittura dentro la scrittura, si svolgono anche le vicende di Anastasia e Macaire Ebezner , Lev Levovitch, Sinior Tarnogol… che il lettore imparerà subito a considerare amici (o nemici) e che saranno protagonisti di un colpo di scena dopo l’altro che renderà poi quasi impossibile dimenticare anche dei nomi così complessi.

(Hotel Schweizerhof ,Lucerna cui è ispirato il Palace de Verbier)


Quindi, se amate l’atmosfera romantica e un po' misteriosa delle montagne, questo libro fa al caso vostro. E se vi piacciono i libri che vi fanno pronunciare le fatidiche parole “ancora un’altra pagina e poi chiudo”, allora fa ancor più al caso vostro. E se la frase “Le cose non sono mai come sembrano” è il vostro mantra di vita, correte subito in libreria a comprarlo!

Sebbene, infatti, più di seicento pagine separino l’inizio dalla fine, è assolutamente impossibile terminarlo in più di tre giorni perché ad ogni fine capitolo sembra che ogni singola cosa stia per crollare o per cambiare, aprendo tutto un mondo davanti che nessuno di noi avrebbe potuto mai immaginare e, ad ulteriore riprova del continuo amalgamarsi fra immaginazione e realtà, fra scrittura e metascrittura, si inserisce il nome del protagonista, Jöel, che è anche quello dell’autore ma, ancora, non lo stesso perché come l’autore de “La verità sul caso Harry Quebert” racconta “:Ho inserito questo personaggio più per giocare con il lettore, come uno specchio. È un gioco tra quello che il lettore può immaginare e la realtà. Quando si è lettori a volte si pensa di stare nella testa dello scrittore ma non è sempre così”.

Joel Dicker


Ed infatti se leggerete questo giallo dei nostri giorni, vi svelo un segreto: ogni volta che penserete di aver intuito quello che lo scrittore sta per dire, ecco, avrete sicuramente torto.



Simona

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