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Danneggiamento

  • Immagine del redattore: L'Aculeo
    L'Aculeo
  • 15 nov 2021
  • Tempo di lettura: 1 min


Una Spina di Miriana



1.

Apre le mie zolle interdice il dolore con un richiamo al petto. Respira la mia inquietudine, la accarezza, la agita, la prende. Mi bacia. Nel notturno sentimento la cerco, ancora più di quando il sole brucia la buganville. Vorrei che slegasse i miei inguini. Vorrei che sciogliesse il mio tremore. E’ madre, io fertilità sua.



2.

Sono virtuosa del peccato.

Proclamo la scoperta solo a me stessa,

galoppa,

mi ammutolisce.

I suoi andirivieni e i suoi inganni

mi lividano.

Le offro la mia carne tiepida

e guardo il pellegrinaggio del disprezzo:

sono arrivata ad esserne la guida.

la vasta parentela dei miei deliri

cade nei ghetti della solitudine.

Il mio grembo ha partorito

un carro funebre zoppo.

A lutto, intono:

il mio suicidio è figlio unico.



3.

Per Antonio Un riccio fresco un volto nudo niente di maschio deciso una luce dentro agli occhi che non si accende mai. Antonio dormiva su panche di legno come un verme. Cercava un posto dove mettere il respiro. Io ero turba golosa assetata di bianchi pensieri, un carme solitario. Perciò gli voltai le spalle.



4.

Iuta


A-iuta-mi,

voglio strozzare la cervice gialla

che spaccio per fresca rosa.

Gli occhi infiammati

il cuore uno stallone.

Alzo la coscia e respiro,

non esiste miraggio attraente.

Sono nascosta in un sacco di iuta

che si sta disintegrando

e mi sta svelando.

Papà,

prima che sulla mia faccia non dorma più il sole

e sia ricoperta di mosche,

prima che mi uccida per ammazzare il tempo senza di te,

prima che dalle mie vene sprizzi pietà,

ricordati di me

oppure

a-iuta-mi

ad abbandonarti.


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